La Chiesa dei morti viventi

” Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto.” 

Apocalisse 3:1-6 «All’angelo della chiesa di Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle: Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto. Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. Ricordati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti. Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni. Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

 

Sia, in questo giorno, il nostro orecchio pronto ad ascoltare ciò che lo Spirito di Dio sta dicendo in questi versi.

Lo Spirito Santo sta dicendo a Giovanni di scrivere alcune cose per la chiesa di Sardi, una chiesa Cristiana, che esisteva in quel tempo e in quell’antica città.

Poiché la maggior parte di noi probabilmente conosce ben poco la città di Sardi, voglio raccontare brevemente la sua storia e vi posso assicurare che è una gran bella storia.

Settecento anni prima che questa lettera fosse scritta, Sardi era diventata una delle più grandi città del mondo.

Sardi è stata anche una grande potenza militare: posta nel mezzo di una pianura fluviale, su un altopiano sopra la valle, era pressoché inespugnabile e i nemici potevano essere visti avvicinarsi già da molto lontano.

I lati dell’altipiano erano delle pareti a strapiombo. Guardando Sardi da lontano era come guardare una gigantesca torre di guardia.

Sardi era cresciuta talmente che non poteva più stare solo sull’altipiano e, perciò, si incominciò a costruire anche nella valle sottostante. La città di Sardi era diventata quindi una città su due livelli, Sardi superiore e Sardi inferiore.

Sardi era una città molto ricca, a motivo dell’oro che era stato trovato nel fiume, ma la loro ricchezza li fece precipitare nell’oblio.

Man mano che si adagiavano sempre più nel lusso, gli abitanti di Sardi diventavano sempre più orgogliosi: nel loro compiacimento e nella fiducia in loro stessi, hanno pensato che la loro ricchezza sarebbe durata per sempre.

Leggiamo nel Salmo 62

Salmi 62:10 Non abbiate fiducia nella violenza, non mettete vane speranze nella rapina; se le ricchezze abbondano, si distacchi da esse il vostro cuore.

E, a questo proposito, l’Apostolo Paolo esorta il giovane Timoteo:

1Timoteo 6:17 Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d’animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo;

Il più grande dei re di Sardi, vissuto al tempo della scoperta di questo oro, fu Creso.

Creso accumulò tante di quelle ricchezze che, sia nella cultura greca che in quella persiana, il suo nome acquistò il significato di “ricco” per antonomasia, dando origine ad espressioni quale “ricco come Creso” o “ricchissimo quanto Creso”.

A volte la ricchezza rende arroganti e, nella sua alterigia, Creso dichiarò incautamente guerra al re Ciro di Persia.

Per raggiungere gli eserciti di Ciro, Creso doveva attraversare il fiume Halys.

Si recò quindi presso uno dei templi dell’idolo per prendere consiglio sulla battaglia e gli fu detto che “Se Creso attraverserà il fiume Halys cadrà un grande impero”. (Erodoto)

Creso non considerò che quel grande impero poteva essere il suo.

Creso fu sconfitto quando attraversò il fiume, ma non si preoccupò più di tanto.

Egli si ritirò nella cittadella di Sardi, convinto che fosse inespugnabile, per riordinare l’esercito e recuperare le forze per lottare ancora. Ma Ciro pose l’assedio alla città.

Attese quattordici giorni, poi offrì un premio speciale a chi sarebbe riuscito a trovare una breccia nella città di Sardi.

Un giorno uno dei suoi soldati vide cadere l’elmetto di una delle guardie, la quale scese lungo il precipizio per riprenderselo. Ciò gli fece capire che la parete benché ripida poteva essere scalata. Quella stessa notte un gruppo di soldati persiani percorrendo quel passaggio giunsero in cima, scoprirono le postazioni senza guardie e aprirono le porte della città: Sardi fu inesorabilmente saccheggiata quella notte stessa.

Salmi 52:7 Ecco l’uomo che non avea fatto di Dio la sua fortezza, ma confidava nell’abbondanza delle sue ricchezze, e si faceva forte della sua perversità!

Evidentemente gli abitanti di Sardi si sentivano così sicuri, da non aver bisogno di guardie.

Sardi, dunque cadde nelle mani di Ciro nel 549 a.C., perché i cittadini si sentivano troppo al sicuro e pensavano di non aver bisogno delle guardie.

Una città con una storia come Sardi ci fa comprendere certamente a cosa si riferisse il Cristo risorto quando disse: “Svegliati!”

Questa, però, non è la fine della storia di Sardi.

Moralmente soddisfatta di sé, sprofondò nella corruzione e fu conquistata dapprima da Ciro re di Persia, quindi da Alessandro Magno e fu poi rasa al suolo da un terremoto nell’anno 17 dopo Cristo. Più tardi fu ricostruita dall’imperatore Tiberio.

Il nome di Sardi significa, infatti, “residuo”, “lo scampato”, ed in un certo senso si può affermare che il Signore nella Sua grazia s’interessa a questa Chiesa, per il “residuo”, il “rimanente” di coloro che sono rimasti fedeli.

A Sardi vi era una forte presenza giudaica testimoniata dall’esistenza di una grande sinagoga.

Della Chiesa si conosce solo che la sua fede alla fine del primo secolo, data della stesura dell’Apocalisse, era diminuita. La Chiesa esisteva, quindi, da almeno vent’anni per avere “nome (fama) da vivere”

Si è detto che tutte le persone che dimenticano la loro storia sono condannati a ripeterla e la storia si ripeté nella città di Sardi.

Circa duecento anni dopo, durante delle lotte per il potere, Antioco il grande assediò la città.

Per un anno intero la città resistette all’assedio, fino a quando un soldato di nome Lagora fece la stessa cosa che aveva fatto il soldato di Ciro. Di notte condusse un gruppo di soldati lungo le rupi.

Di nuovo la città era senza guardie e cadde perché non era stata vigilante: Gli abitanti avevano dimenticato la lezione precedente.

Ancora una volta Sardi era diventata apatica.

Due volte la città era stata persa perché i suoi abitanti erano troppo apatici per fare la guardia e, ancora una volta, lo stesso atteggiamento stava prevalendo.

Teniamo presenti questi esempi storici mentre meditiamo su ciò che Gesù dice all’angelo della chiesa di Sardi.

Nel tempo in cui Giovanni ha scritto ciò che Gesù gli aveva detto di scrivere a Sardi, la città era ormai sotto la dominazione dei Romani ma portava ancora i segni dell’antico splendore.

Questo, però, era solo l’ombra dell’antico splendore. La gente era incline a vivere dei ricordi delle glorie del passato.

Guardandola da lontano, dava l’impressione di essere una città imponente, maestosa, inespugnabile, ma quando ci si avvicinava, si restava piuttosto delusi.

In altre parole appariva, ma non era.

Questa condizione di decadenza non si rifletteva solo sui suoi abitanti, ma, purtrop
po anche sulla Chiesa locale.

Una bella reputazione esteriore ma con una grave mancanza di contenuti: la Chiesa di Sardi viveva solo di ricordi, era diventata pigra e apatica.

Le parole di Gesù sono un severo rimprovero (Apocalisse 3:1).

Egli non si limita alle apparenze, Egli vede la realtà per quella che è.

La situazione é tragica perché la maggior parte dei credenti, sono ricaduti nella morte spirituale dalla quale erano stati liberati:

Efesini 2:1 Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati,

Efesini 2:4-5 Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati),

Il peccato di Sardi era l’apatia, l’apatia e l’indifferenza.

Si tratta di disinteresse e di noncuranza, il tutto avvolto insieme alla negligenza, all’indifferenza, e alla letargia. Si tratta di torpore spirituale che può, alla fine, diventare paralisi. E’ quella che possiamo definire la “temperatura tiepida”.

L’apatia è una parola composta: “a” che significa “senza” e “patia” che significa “sensazione”. Significa letteralmente “senza sentimento.” Non ha passione, le sue parole d’ordine sono:

“Non mi interessa”

“Io non voglio essere disturbato».

“Non lo so e non lo voglio sapere”.

I membri della chiesa di Cristo in Sardi avevano un nome ed erano in vita ma Gesù disse che erano morti. “La Chiesa dei morti viventi” potremmo chiamarli.

Erano morti perché a loro non importava. Non avevano più nessuna emozione per le cose di Dio, erano diventati apatici.

E’ terribile quando la maggioranza di un’intera chiesa è inerte. È già abbastanza brutto quando si tratta solo di pochi individui.

Gesù qui dice, invece, che “ho un paio che non hanno sporcato le loro vesti.”

Solo alcuni non erano stati contaminati dal sonno, dal torpore.

Forse lo Spirito Santo sta parlando a qualcuno che, in questo momento, è apatico.

Una volta infiammato per il Signore, in prima linea, con una fede forte e vibrante, avevi confessato i tuoi peccati, avevi camminato Dio, umilmente dipendevi da Lui giorno dopo giorno.

Ma ora le cose sono diverse. Non riesci più ad avere entusiasmo per Dio.

Partecipare al culto è diventato estremamente noioso, sei diventato formalista, ti sei reso conto che la tua è una partecipazione a una forma di pietà, avendone rinnegato però la potenza.

Preferiresti essere fisicamente altrove ma con la mente ci sei già, e si vede!

Preferiresti essere ovunque, ma non in chiesa, nel giorno del Signore.

Già, il giorno del Signore. È stato il Suo giorno per un po’ di tempo nella tua vita, ora, però, non lo si chiama con quel nome: Ora è il mio giorno di riposo. Notate come si sia spostata la “proprietà” della giornata.

Ultimamente non hai avuto un colloquio costruttivo con il Signore perché, in realtà, sai che Egli vede la tua astuzia e le tue scuse.

Inoltre, la comunione con gli altri cristiani non è più la stessa. Il peccato ha preso il controllo della tua vita e ti dà fastidio che i fratelli non approvino le tue debolezze: “Ma che diritto hanno di dirmi come far funzionare la mia vita?”.

Sicuramente, e per più di una volta, avrai cercato di ritornare indietro, avrai anche fatto qualche sforzo ma ti sei reso conto che non è per niente facile.

Se quello che ho detto ti è familiare e se le crepe nella vostra vita sono prive di difese, per quanto tempo pensi che possa durare? Un mese? Un anno? Cinque anni?

Cosa succederebbe se la tua vita si spegnesse oggi?

Come può una persona sfuggire l’apatia?

Che cosa si può fare per ripristinare la vitalità spirituale che una volta era presente?

La risposta è qui, nel testo che abbiamo appena letto.

Gesù ha detto all’angelo della chiesa di Sardi di fare cinque cose per superare la loro apatia.

In primo luogo, Egli ha detto di:

1. “Essere vigilante”(v.2).

La traduzione rende abbastanza bene il senso della frase ma il significato della parola originale è più perentorio, indica un carattere di urgenza: “Svegliati”.

È l’invito a stare con gli occhi aperti, a non essere sonnacchiosi.

Matteo 26:41 Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole».

Una persona può essere vigile ma essere, nello stesso tempo, mezzo addormentato. È la condizione tipica di chi è apatico.

Ti è mai capitato di avere avuto uno di quei sogni in cui si cerca di correre, ma le gambe non ne vogliono sapere di muoversi? Ecco questa è proprio una buona immagine di apatia.

La persona apatica sa cosa fare, ma non ci riesce.

Gesù dice: “Svegliati! Sii vigilante! Aprite bene gli occhi!“.

È il classico esempio dell’asfissia da monossido di carbonio o del congelamento: la persona è cosciente ma non riesce a raccogliere le forze per muoversi.

In un certo senso è come cadere nelle sabbie mobili. Più a lungo ci si rimane e più profondamente si rimane impantanati. Se vuoi sopravvivere devi uscirne il prima possibile, ora!

Domani potrebbe essere troppo tardi.

Svegliati, devi farlo ora!

In secondo luogo, Gesù dice

2. acheter tadalafil 5mg en ligne en toute sécurité Rafforzare le cose che restano!

 Il versetto 2 dice: “… e rafforzare le cose che restano, che stavano per morire“.

Riconsidera quegli aspetti della pietà che ti sono rimasti, vivili intensamente, non permettere che muoiano. È un invito a prendersi cura di quanti si sono spiritualmente ammalati e stanno per morire:

Galati 6:1-2 Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato. Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo.

L’apatia ti ha fatto perdere alcune delle cose che avevi una volta. Il tuo serbatoio di benzina spirituale si è pericolosamente impoverito. Ma il fatto stesso che tu stai ascoltando è probabilmente perché ne è rimasta ancora un po’ nel serbatoio.

I credenti di Sardi erano ritornati indietro.

La Scrittura non usa mezzi termini, ci dice chiaramente:

2Pietro 2:21-22 Perché sarebbe stato meglio per loro non aver conosciuto la via della giustizia, che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento che era stato dato loro. È avvenuto di loro quel che dice con verità il proverbio: «Il cane è tornato al suo vomito», e: «La scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango».

Questi cristiani si accontentavano d’avere dottrine giuste, ortodosse, ma non le vivevano.

L’apatia provoca un decadimento spirituale nella vita. La fase iniziale è la diminuzione dello zelo per Dio. Tu pensi: “E ‘davvero necessario partecipare a tutte le riunioni in chiesa?”

Ben presto si inizia col venire solo una volta alla settimana, per poi proseguire perdendo una settimana qua e là e così via . . . .

Il prezzo, naturalmente, è il successivo senso di colpa!

Come facciamo a mettere a tacere la coscienza?

Razionalizzando il tutto, dando una giustificazione al nostro comportamento.

Satana si presenta spesso in questi momenti con l’offerta di qualcosa di meglio, qualcosa che sarebbe stata rifiutata se saremmo stati più vigilanti.

L’apatia si e insinuata nella tua vita? Se è così, è meglio fare rapidamente alcune mosse per conservare e rafforzare quello che resta.

3. Ricorda ciò che hai ricevuto e ascoltato!

Questo è ciò che Gesù dice nel versetto 3: “Ricorda dunque ciò che hai ricevuto e ascoltato …”

Il testo originale dice esattamente: “di come hai ricevuto”, cioè con quale sentimento hai ricevuto l’annunzio dell’evangelo.

I Sardi, evidentemente lo fecero entusiasticamente e, adesso, riposano tranquillamente sugli allori della brillante, ma passata reputazione.

É necessario, invece, che tornino indietro con la mente per ricordare in che modo ricevettero l’Evangelo la prima volta; devono riflettere sulle esperienze del passato, su quell’amore che bruciava per il Signore, sul cuore che batteva solo per Cristo, sullo zelo per l’opera del Signore, per poter riprendere un cammino interrotto.

Ciò che ci spinge nell’oblio è, molte volte, la scarsa conoscenza.

Forse hai studiato un po’ di matematica alla scuola superiore ma non l’hai più utilizzata dal conseguimento del titolo. Potresti farlo ora? Probabilmente no.

Se non se ne fa più uso per un certo tempo, in genere, si perdono le nozioni imparate.

Ma, allora, “Cosa dovrei ricordare?” si potrebbe chiedere.

In primo luogo è necessario ricordare le questioni reali della vita che ti hanno portato a Cristo.

Le cose non sono cambiate. C’è ancora un paradiso e un inferno.

Vi è ancora la malattia, la delusione, l’invecchiamento e la morte da affrontare.

C’è ancora il bisogno di avere una guida nella tua vita che è più grande la tua abilità umana.

“Ricordate ciò che avete ricevuto e udito …”

E ‘possibile che le cose che avete sentito tante volte in passato, quelle cose che si davano per scontate, sono state dimenticate?

Purtroppo è possibile!

Quando il popolo di Dio si riunisce per adorare la Domenica e prendere la Santa Cena, non dovremmo forse ricordare?

Nella nostra mente non abbiamo ancora l’immagine dell’agonia della crocifissione?

 C’è ancora il peccato nella nostra vita, peccato che ci potrebbe condannare per l’eternità, se non fosse per quell’agonia sulla croce;

Se lo stiamo ricordando, è più difficile essere indifferenti.

 

In quarto luogo, Gesù dice qui,

4. continua a serbarla

Serbare che cosa? Mantenere ciò che hai ricevuto e udito.

Si può conservare una cosa solo dopo averla ricevuta. Così è della Parola di Dio.

Possiamo conservarla e custodirla nel nostro cuore solo dopo averla letta e meditata.

1Pietro 1:23-25 perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio. Infatti, «ogni carne è come l’erba, e ogni sua gloria come il fiore dell’erba. L’erba diventa secca e il fiore cade; ma la parola del Signore rimane in eterno». E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunziata.

Quando si acquista una macchina nuova e si ha l’intenzione di tenerla per un po’, la si trascura? Non la si cura? Ci si dimentica di cambiare l’olio, controllare la pressione delle gomme e di lavarla?

No, di certo, ce ne prendiamo cura. Spendiamo del tempo per mantenerla efficiente.

Non basta solo leggere il manuale sulla manutenzione dell’auto e poi riporlo su uno scaffale, facciamo ciò che è necessario.

In Giacomo leggiamo:

Giacomo 1:22-24 Ma siate facitori della Parola e non soltanto uditori, illudendo voi stessi. Perché, se uno è uditore della Parola e non facitore, è simile a un uomo che mira la sua natural faccia in uno specchio; e quando s’è mirato se ne va, e subito dimentica qual era.

Quella Chiesa non solo faceva affidamento sulle passate esperienze e non seguiva più le direttive che Dio le aveva dato, ma aveva addirittura cessato di dipendere dallo Spirito Santo.

Non c’era più in essa alcuna unzione o tocco divino, non c’era più nulla da parte dello Spirito Santo.

In lei non c’erano più la vita e la potenza spirituale, i soli elementi che possono garantire il pieno successo dell’opera di Dio

Se andiamo la Domenica al culto solo per ascoltare il predicatore, siamo solo degli uditori e presto dimenticheremo ciò che abbiamo udito.

Per inciso, notate che la parola “serbare”, nel verso tre, è scritta nel tempo presente continuato, il che significa che si deve iniziare e non smettere mai di serbare.

Permettimi una domanda. Sei uno di quelli che dice: 25, 40 o 6 anni fa mi sono convertito a Cristo oppure ogni mattina rinnovi questo tuo proponimento?

La tua risposta a questa domanda dirà se sei un ascoltatore illuso o uno che vuole fare la volontà di Dio.

Questo è il limite ed il problema di tutti quei cristiani che riconoscono Gesù come Salvatore e non come il Signore assoluto della loro vita. Sono credenti tranquilli e soddisfatti e non si rendono conto che non stanno facendo la volontà di Dio appieno.

Questo è il rischio che corrono talune persone che si definiscono cristiane: apparire e non essere. Questo atteggiamento viene chiamato dalla Scrittura “ipocrisia”:

Matteo 23:27-28 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d’ossa di morti e d’ogni immondizia. Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.

Immaginate un soldato che non combatte contro il nemico.

Egli marcia, marcia e continua a marciare. Egli lucida i suoi stivali, lava e stira perfettamente la propria uniforme, pulisce la caserma e olia la sua pistola. Lui dice “Si, Signore”, un centinaio di volte al giorno. Solo una cosa non fa: Egli non combatte, non sentirà mai il sapore della battaglia, non sta affrontato la pioggia di proiettili che viene verso di lui perché hai avuto l’audacia di entrare nel territorio di Satana.

Ecco cosa fanno alcuni di noi: sono solo seduti dentro la caserma e non fanno niente.

Se vuoi essere un soldato di Cristo devi marciare verso un terreno che Satana possiede e cominciare a combattere e conquistare qualcosa per darlo per Cristo.

Infine, dice Gesù,

4. Pentiti!

Cioè riconosci che hai peccato che hai sbagliato. Non cercare giustificazioni, attenuanti o alibi, altrimenti non avrai pace.

Dio ama lo spirito contrito:

Salmi 34:18 L’Eterno è vicino a quelli che hanno il cuor rotto, e salva quelli che hanno lo spirito contrito.

C’è bisogno del ravvedimento:

Atti 3:19 Ravvedetevi dunque e convertitevi, onde i vostri peccati siano cancellati,

 

1Giovanni 1:8-10 Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi.

In ogni correzione di rotta ci deve essere un punto di svolta, un punto in cui si impugna il timone e lo si gira, un punto in cui si tira la leva che inverte i motori. Quel punto è il pentimento.

In greco la “parola” pentimento è imperativo aoristo, cioè focalizza l’azione nel suo svolgimento. Esso descrive un determinato punto preciso di azione. Si tratta di un punto d’azione, un’ora di decisione. Il pentimento è l’atto, la determinazione, per cambiare.

A volte crediamo che siamo pentiti quando abbiamo concordato con ciò che il predicatore ha detto: questo non è pentimento. È solo accettare nella nostra mente una condizione di cui siamo coscienti ma che non abbiamo nessuna voglia concreta di modificare.

A volte devi fare cose che, al momento, semplicemente non hai voglia di fare, come alzarsi e andare a lavorare il lunedì mattina. Lo fai, anche se di mala voglia, ma ti garantisco che quando arriva giorno di paga, sei contento d
i averlo fatto.

Pentiti! Rafforza quello che resta! Ricordati di ciò che hai ricevuto e prendi determinazione a mantenerlo! Pentiti, mentre c’è ancora tempo per superare la tua apatia.

Ecco cosa sta dicendo Gesù qui. Egli dice: ” Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti.”

Essere vigilanti! Questo è un avvertimento solenne.

La Chiesa capiva le parole di Gesù, perché per ben due volte la città era stata facilmente conquistata proprio per la sua carenza di vigilanza. Questo pericolo è sempre presente nella Chiesa del Signore. Occorre vegliare perché “tornando lo sposo” non si rientri nel numero delle cinque vergini disavvedute che divennero sonnacchiose e s’addormentarono.

Verrò come ladro. Ti spoglierò, ti priverò delle benedizioni

Il Signore non parla per spaventare. Le cose annunciate da Dio, come il diluvio, la punizione di Sodoma o la deportazione del popolo, si sono sempre avverate. Il Signore non parla invano. Il divino avvertimento: “Io verrò come un ladro”, ci riporta alla mente

1Tessalonicesi 5:3-4 Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro;

 Cari in Cristo, cerchiamo di non farci trovare ignari e impreparati. Scrolliamoci di dosso l’apatia, ora!

Filippesi 2:10-11 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.

Dio Vi Benedica