La missione di Cristo

Perché Gesù Bambino non poteva morire per i nostri peccati.

In questo periodo dell’anno dovremmo ricordare non solo il fatto che Cristo è venuto, ma anche ciò che è venuto a fare.

Leggendo attentamente il vangelo di Luca ci accorgiamo che la rappresentazione della natività è troppo ristretta.

Una vita di obbedienza

Il racconto di Luca indica che la nostra percezione dell’opera salvifica di Gesù può essere focalizzata sull’obbedienza passiva di Cristo (sopportando l’ira del Padre sulla croce) a scapito della sua obbedienza attiva (obbedendo perfettamente alla legge di Dio come uomo). 

Chiediti o chiedi a qualsiasi gruppo di cristiani cosa è venuto a fare Cristo e la maggioranza probabilmente risponderà con qualcosa del tipo: “Morire per i miei peccati”.

Questa risposta è certamente corretta, persino gloriosa, ma è incompleta.

Si, Cristo è entrato nella storia umana per morire per i peccati del suo popolo, ma non trascurare alcuni dei dettagli più fini del racconto della nascita di Luca:

E quando furono trascorsi gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu posto nome Gesù, il nome dato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. Quando poi furono compiuti i giorni della purificazione di lei secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà chiamato santo al Signore», e per offrire in sacrificio, come è detto nella legge del Signore, un paio di tortore o due giovani colombi“. (Luca 2:21–24)

Perché abbiamo bisogno di sapere che Gesù fu circonciso l’ottavo giorno, che Maria offrì sacrifici per la purificazione dopo il parto e che Gesù fu presentato a Gerusalemme? 

Le domande hanno tutte la stessa risposta: la legge di Dio comandava queste cose.

L’enfasi di Luca sulla legge è chiara, usa la parola “legge” tre volte in questi tre versetti, e ancora un paio di versetti dopo. 

Perché? 

Perché vuole che riconosciamo che, fin dall’inizio della vita di Gesù, l’obbedienza alla legge di Dio è stata il tema centrale. Luca sta ambientando il resto della narrazione di Gesù: una vita di incrollabile obbedienza ai comandi del Padre. 

Anche se Gesù fosse stato tentato in ogni modo, come lo siamo noi, non avrebbe ceduto al peccato (Ebrei 4:15).

I Suoi meriti sono i nostri meriti

Se ci spostiamo direttamente dalla mangiatoia alla croce, evitiamo la Sua giustizia attiva

E’ vero che “egli venne a morire per i miei peccati” ma questa verità è  incompleta: si concentra solo sulla sua obbedienza passiva al Calvario.

Se la sua morte è tutto ciò che abbiamo, siamo stati solo riportati all’Eden, con i nostri peccati perdonati, ma senza possedere alcuna rettitudine. 

Perché? 

Perché gli oltre 30 anni che precedono quel primo Venerdì Santo sono il modo in cui siamo resi giusti. 

Paolo lo dice in questo modo: “Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così ancora per l’ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti” (Romani 5:19).

Ci sono solo due modi per adempiere alla legge: obbedienza o pagamento. 

Quando guidiamo in una strada con il limite di velocità, abbiamo due opzioni: O obbediamo al limite di velocità e quindi adempiremo alla legge oppure, se disobbediamo, riceveremo una multa e pagheremo la sanzione, rispettando anche in questo modo i requisiti della legge.

Gesù ha adempiuto la legge due volte

Quando obbediamo, non siamo puniti; e quando veniamo puniti è perché abbiamo disobbedito. 

Non è così con Cristo, Egli ha adempiuto la legge di Dio due volte. 

Obbedì perfettamente e pagò lo scotto come se non l’avesse fatto. Questa duplice opera di Cristo, la sua obbedienza passiva e attiva, è l’unico modo in cui possiamo riconciliarci con un Dio Santo.

Questo è il motivo per cui il Padre può guardarci e vedere in noi la giustizia di suo Figlio invece del nostro peccato. 

Nota che il Padre non ha mandato Cristo sulla croce da bambino, né lo ha mandato sulla terra da adulto, pienamente formato la mattina del Venerdì Santo. 

Ha mandato Cristo nella storia umana come un bambino, affinché potesse vivere per decenni per la nostra giustizia e poi morire per il nostro peccato.

Il Vangelo di Luca ci invita a tenere presente l’obbedienza attiva del nostro Salvatore mentre riflettiamo sulla sua prima venuta. 

Sì, dobbiamo guardare Cristo nel Natale ma non dobbiamo lasciare Gesù nella mangiatoia, ma riflettere su ciò che è venuto a fare. 

E’ venuto per fare di più che morire, è venuto anche per vivere, per la nostra giustizia.