Il libro degli Atti descrive Paolo, il cui nome ebraico era Saulo, come un fariseo, rigorosamente addestrato nella legge e nelle tradizioni ebraiche. Nacque cittadino romano. Ha perseguitato la giovane chiesa prima del suo incontro con Gesù Cristo. La sua conversione avvenne mentre era sulla via di Damasco, quando una luce dal cielo lo illuminò e udì una voce che diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». In seguito, Paolo fu zelante nel proclamare pubblicamente Gesù come il Cristo. La gente era stupita perché Paolo aveva precedentemente perseguitato la chiesa. Atti racconta il suo lavoro in varie località dell’Asia Minore e della Grecia. Paolo aiutò a fondare congregazioni cristiane in molte città del Mediterraneo orientale e settentrionale. Predicava il Vangelo mentre esercitava il suo mestiere di fabbricante di tende.

Gli Atti descrivono l’arresto di Paolo a Gerusalemme, accusato di portare i Gentili nel tempio. Dopo due anni di reclusione a Cesarea, fa appello all’imperatore e viene inviato a Roma. A Roma vive da due anni agli arresti domiciliari. Sebbene la sua morte non sia registrata nella Bibbia, tradizioni successive dicono che fu martirizzato vicino a Roma, probabilmente tra il 60 e il 64 d.C., durante il regno dell’imperatore Nerone.

Le lettere di Paolo, scritte probabilmente tra il 47 e il 57 EV, risalgono a dopo che egli trascorse molti anni in Arabia, Damasco, Siria e Cilicia. Si riferisce brevemente a questi anni in Galati 1:15-2:1 . Le lettere da lui scritte lo rivelano come un uomo profondamente plasmato dalle Scritture ebraiche e dalla cultura greca. Viveva e conosceva il mondo urbano dell’Impero Romano. Ha condotto il ministero insieme a una vasta rete di colleghi uomini e donne.