TESTO BIBLICO

Genesi 28:10-22

RIEPILOGO

Dio incontra Giacobbe in sogno mentre è in viaggio per lasciare la terra promessa e, per la prima volta, gli conferma di essere il prescelto per mantenere la promessa.

ANALISI

Questo testo è generalmente riconosciuto come uno dei “pilastri” della storia di Giacobbe. Descrive Giacobbe in viaggio di ritorno al “paese d’origine” per sfuggire all’ira di Esaù. Dopo aver trascorso la notte in aperta campagna, fa un sogno straordinario in cui vede una scala o rampa (non una scala a pioli!) che si estende dalla terra al cielo. Questa scena può essere paragonata alle scale collegate alle torri del tempio nell’antico Vicino Oriente; erano considerate microcosmi del mondo, con la cima della torre che rappresentava il cielo, la dimora degli dei. I sacerdoti attraversavano la scalinata che forniva la comunicazione tra cielo e terra. Questa storia è una polemica contro tale comprensione. Nel sogno Dio pronuncia la sua stessa parola, in effetti una serie di promesse personali e comunitarie, ed è personalmente presente con Giacobbe.

I sogni sono un importante veicolo di rivelazione divina in diversi testi della Genesi (vedere 20; 28:10-22; 31:1-3; 37; 40-41). A differenza delle nostre concezioni post-freudiane, i sogni non erano considerati testimoni dello stato psicologico del sognatore, che elaborava stress, ansia o paure subconsce. Si credeva che i sogni fossero un mezzo in cui e attraverso cui avevano luogo veri e propri incontri divini. Quando Giacobbe si riferisce a questo evento, parla della presenza di Dio “in questo luogo” e non in un sogno; anche altrove parla dell’apparizione divina e mai di sogni (35:1-9; 48:3)

Il testo dimostra che la trascendenza di Dio non è compromessa dalla vicinanza; Dio, infatti, si avvicina a Giacobbe e gli rivolge una lunga lista di promesse.