Ebrei 1:5-14 – Sostegno alla superiorità del Figlio sugli angeli

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Ebrei 1:5-14 – Sostegno alla superiorità del Figlio sugli angeli

TESTO BIBLICO

Ebrei 1:5-14

RIEPILOGO

Dopo che i primi quattro versetti del primo capitolo identificano il Figlio come il messaggero supremo di Dio all’umanità, i restanti versetti del capitolo utilizzano una serie di testi dell’Antico Testamento per sostenere le affermazioni di Ebrei 1:1-4 .

ANALISI

L’autore usa il dispositivo retorico “A quale degli angeli…?” (1:5; 13) come mezzo per evidenziare lo status superiore del Figlio. Gli angeli hanno uno status privilegiato come messaggeri di Dio all’umanità (1:7), ma l’importanza del Figlio esiste come molto più di quella degli angeli. Gesù Cristo, che a questo punto della lettera deve ancora essere identificato, è più grande degli angeli in questi modi: 

  1. Egli è un figlio di Dio, degno dell’adorazione degli angeli.
  2. Il suo trono, caratterizzato dalla rettitudine, durerà per sempre.
  3. Egli è identificato con il Creatore e continuerà a esistere anche dopo che la terra e il cielo saranno periti.
  4. Egli rimarrà costante, anche quando entità apparentemente costanti come la terra e il cielo cambieranno.
  5. Dio gli ha detto: «Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi» (1,13). 

La maggior parte di questi dieci versetti sono citazioni dirette dall’Antico Testamento, molte dalle Salmi.

Si può riconoscere qui, all’inizio della lettera, la testimonianza su Cristo che l’autore renderà esplicita in 13:8, quando scriverà: «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno». Il Figlio e il suo posto accanto a Dio Padre sono costanti e affidabili, sia che l’autore di Ebrei contempli il tempo dicreazione, il tempo attuale, o quel tempo futuro in cui tutti saranno riconciliati con Dio per mezzo di lui. 

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