Giorno 7: L’Agnello – Il Sacrificio Perfetto

Lettura della Scrittura: Giovanni 1:29-36

Questa non è una lettura tipica del periodo natalizio, ma Giovanni Battista ha un ruolo vitale nella storia del Natale (vedere Luca 1,5-17.57-66).

Giovanni Battista aveva uno scopo e una chiamata specifici. Ha preparato il popolo ebraico all’arrivo di Gesù come Messia. 

Indicava sempre alle persone Gesù. Due volte nell’arco di due giorni (Giovanni 1:29, 35). Giovanni vede Gesù e Lo indica alle persone dichiarando che Gesù è l’Agnello di Dio! Giovanni sapeva che Gesù era il Messia promesso, che venne per essere il sacrificio per i peccati del mondo.

Il popolo ebraico conosceva il significato dell’agnello. Ogni anno gli ebrei celebravano la Pasqua per ricordare, quando i loro antenati erano schiavi, la notte in cui furono liberati dall’Egitto. 

Dio disse loro di prendere il sangue di un agnello perfetto (senza macchia) e di apporlo sugli stipiti delle loro porte. L’angelo della morte sarebbe passato sulle case ricoperte di sangue e la piaga della morte non le avrebbe colpite(vedi Esodo 12).Fu risparmiata loro la perdita dei primogeniti a motivo del sangue.

Gli agnelli che, per secoli, furono sacrificati per i peccati delle persone, dipingerebbero un quadro di ciò per cui Cristo fu mandato a fare. 

Il Natale riguarda l’invio da parte di Dio del nostro Salvatore a morire per i nostri peccati. Gesù è l’Agnello che sarebbe il nostro sostituto. 

Settecento anni prima di Cristo, Isaia profetizzò che Gesù sarebbe stato simile a un agnello. 

Isaia usa le pecore per insegnarci lezioni sul sacrificio. In primo luogo, Isaia descrive noi esseri umani peccatori come pecore ribelli. Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e l’Eterno ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. (Isaia 53:6). 

Nei versetti 4-6, Isaia sottolinea che ha sopportato il nostro dolore e la nostra sofferenza. Era per le nostre trasgressioni e iniquità che Egli morì. La nostra ostinazione meritava una punizione. 

Ce lo dice l’autore degli Ebrei E, secondo la legge, quasi tutte le cose sono purificate col sangue; e senza spargimento di sangue non c’è perdono dei peccati.(Ebrei 9:22)  

Noi, pecore smarrite, avevamo bisogno di qualcuno che pagasse le conseguenze dei nostri peccati.

Isaia poi parla di Gesù come un agnello nel versetto 7: Maltrattato e umiliato, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca.

Gesù andò volontariamente e senza combattere verso la croce. Si arrese al piano di Dio affinché Lui fosse il nostro sostituto, il nostro perfetto agnello sacrificale. Gesù non è morto martire; È morto in sacrificio, ha dato la Sua vita per le Sue pecore ribelli (Giovanni 10:11, 17-18).

 Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui (2 Corinzi 5:21). 

Gesù era il sacrificio perfetto, l’agnello senza macchia. È stato il nostro sostituto. Con la Sua morte, possiamo avere la vita!