Lettura biblica: Luca 2:8-20
Le prime persone a sentire la meravigliosa notizia della nascita del Salvatore furono dei comuni pastori.
I pastori erano disprezzati, erano emarginati dalla società ebraica ortodossa perché i pastori non erano in grado di osservare i dettagli della legge cerimoniale: non potevano osservare tutto il meticoloso lavaggio delle mani, le regole e i precetti. A quei tempi ai pastori non era permesso testimoniare in tribunale. Ma Dio si servì di alcuni semplici pastori perché fossero i primi testimoni oculari che la profezia si era avverata e il Messia era nato.
Quando l’angelo raccontò la buona notizia ai pastori, essi avrebbero potuto dire: “Si, bene; ora torniamo a badare alle nostre pecore”. Ma non lo fecero. Ascoltarono veramente ciò che disse l’angelo e poi ne parlarono e, insieme, decisero che dovevano rispondere a ciò che avevano sentito e andare a vedere questo bambino di persona.
I pastori hanno agito intenzionalmente. Loro hanno detto, “Andiamo… a vedere.”
Avevano uno scopo per andare. Hanno agito immediatamente. “Si affrettarono a partire” per Betlemme. Erano determinati e non hanno procrastinato.
Volevano correre a Betlemme, perché avevano fretta di vedere il Salvatore appena nato.
Non hanno detto: “Aspettiamo fino al mattino”. Hanno agito rapidamente!
Lo hanno cercato e lo hanno trovato, hanno agito in modo indagatore. Non c’erano cartelli indicatori o Google Maps.
Ciò è evidente nelle parole “e trovarono(v. 16).
Luca 2:16
Andarono quindi in fretta e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino, che giaceva in una mangiatoia.
In greco la parola “trovato” implica cercare per trovare o scoprire qualcosa di grande valore. I pastori cercarono e trovarono la cosa più preziosa: Cristo Gesù!
Le loro vite non sono più state le stesse. I pastori tornarono alle loro pecore e al loro lavoro, senza dubbio come uomini cambiati. Sono tornati al loro vecchio lavoro ma con un nuovo atteggiamento.
“E i pastori se ne ritornarono, glorificando e lodando Dio per tutte le cose che avevano udito e visto, come era stato loro detto” (v. 20). Glorificare Dio significa magnificarlo lodando il Suo nome e onorando i Suoi comandamenti.
Questi pastori erano uomini comuni che vivevano una vita molto comune e ordinaria e tornavano alle loro pecore, ai loro agnellini, alle loro occupazioni e sicuramente anche alle loro famiglie, ma stavano tornando come uomini nuovi, cambiati, che non hanno tenuto quel cambiamento per sé stessi ma raccontarono la loro storia (v. 17-18).
Questo significa testimoniare, dire semplicemente agli altri quale differenza Cristo ha fatto nella tua vita.