Il vaso incrinato

Isaia 57:15
Infatti così parla Colui che è l’Alto, l’eccelso, che abita l’eternità, e che si chiama il Santo. «Io dimoro nel luogo eccelso e santo, ma sto vicino a chi è oppresso e umile di spirito per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore degli oppressi.
 
Il vaso incrinato
Un portatore d’acqua aveva due grossi vasi, appesi all’estremità di un palo che portava sulle spalle; uno dei vasi era incrinato e ogni volta arrivava pieno soltanto a metà, mentre l’altro era perfetto e portava sempre tutta l’acqua fino alla fine del lungo cammino, dalla fonte alla casa del padrone.
 
Tutto questo andò avanti per due anni: il portatore d’acqua arrivava alla casa del padrone con solo un vaso e mezzo d’acqua.
 
Naturalmente, il vaso sano era orgoglioso delle sue prestazioni, si sentiva perfetto per il fine per il quale era stato fatto, mentre il povero vaso incrinato si vergognava della sua imperfezione e di essere capace di portare a termine solo metà del lavoro al quale era stato destinato.
 
Dopo un paio d’anni di quello che egli percepiva come un amaro fallimento, il vaso incrinato parlò vicino alla fonte, al portatore d’acqua. “Mi vergogno di me stesso e voglio chiederti scusa”.
 
“E perché? – chiese il portatore d’acqua- di che cosa ti vergogni?”
 
“Negli ultimi due anni sono stato capace di fare solo metà del mio lavoro a causa di questa fessura che ho e che lascia l’acqua durante il cammino di ritorno alla casa del padrone; per colpa dei miei difetti sei costretto a fare tutto questo lavoro e non hai tutti i riconoscimenti per i tuoi sforzi” disse il vaso.
 
Il portatore d’acqua si sentì dispiaciuto per il vecchio vaso incrinato e disse: “Mentre torniamo alla casa del padrone voglio che tu faccia caso ai bellissimi fiori lungo il sentiero.”
 
Il vecchio vaso incrinato, mentre salivano sulla collina, fece caso al sole che scaldava i bei fiori che crescevano accanto al sentiero e questo fatto lo rincuorò un poco, ma, alla fine del cammino, si sentiva ancora triste perché aveva perso metà del suo carico e, quindi, chiese ancora una volta scusa al portatore d’acqua per il suo fallimento.
 
Il portatore d’acqua disse al vaso: “Hai notato che i fiori erano sul tuo lato del sentiero e non su quello dell’altro vaso?
 
Il perché è facile e risiede nel fatto che io ho sempre saputo del tuo difetto e ne ho tratto vantaggio; ho seminato dei fiori sul tuo lato del sentiero ogni giorno; mentre tornavano dalla fonte, tu li hai innaffiati.
 

Per due anni ho potuto cogliere questi bellissimi fiori per decorare la tavola del mio padrone; se tu non fossi stato fatto così io non avrei potuto avere queste cose per abbellire la casa.”

Ognuno di noi ha i propri difetti strutturali, siamo tutti dei vasi incrinati;

Ciascuno di noi ha le sue “perdite”, siamo tutti vasi imperfetti.
Nella grande economia di Dio, niente è perduto. Il Signore userà le nostre “perdite” per abbellire la tavola di Suo Padre.
 
Non abbiate paura dei vostri difetti: siatene consapevoli, così anche voi sarete il mezzo per portare benedizione.
Siatene fieri, sappiate che nella nostra debolezza troviamo la nostra forza.
 
Dio ti sta chiamando ad operare. Egli ti sta chiamando a lavorare nel Suo campo, non aver paura per le tue “perdite”.
 
Dio Vi Benedica